"Il Governo occupa la Rai e impegna i Sindaci per il Sì al referendum. E' legittimo tutto questo?"
dichiarazione di Carlo Smuraglia
Presidente Nazionale ANPI
Siamo in fase di vacanze, ma non ci sfugge e non può sfuggire a
nessuno la gravità di alcune cose che stanno accadendo, in vista del referendum
sulla riforma del Senato.
Si è compiuta, in questi giorni, la “occupazione” della RAI da
parte del Governo, già avviata con la nomina di un Amministratore delegato
dotato di amplissimi poteri, ed ora con la più evidente e chiara delle tante
conseguenze dell’impostazione della riforma della televisione pubblica.
Sono stati cambiati quasi tutti i direttori dei telegiornali.
Colpisce soprattutto la sostituzione di Bianca Berlinguer, al Tg3 (che neppure
Berlusconi aveva osato toccare, rispettando almeno un minimo di pluralismo),
per di più con un personaggio che ha dimostrato le sue simpatie politiche (non
è lui che si dimise da una carica in RAI per protesta contro la giusta
reazione di Giannini ad un attacco piuttosto pesante del Presidente del
Consiglio?).
Insomma, si vuole preparare il terreno per un tipo di informazione
sui temi del referendum, che corrisponda ancora di più a quanto è già avvenuto
nel primo periodo della raccolta delle firme (abbiamo già dimenticato il
rapporto documentato tra le 17 ore dedicate al “SI” e il minuto dedicato al
“NO”?).
Ma non basta. Leggiamo su tutta la stampa che un Ministro ha
lanciato la “campagna d’estate”, impegnando i Sindaci perché si attivino nella
campagna per il SI. Ci diranno che non lo ha fatto come Ministro, ma come
persona; ma come si fa a distinguere, anche se ciò fosse, visto che tutti i
giornali parlano dell’iniziativa del “Ministro” in questione per contattare e
sollecitare i Sindaci?
E’ legittimo e politicamente corretto, tutto questo? Non dovrebbe
il Governo (e non dovrebbero i Ministri) restare neutrale nella campagna
referendaria? E’ vero che è lo stesso Governo che ha “creato” queste riforme e
si è impegnato a fondo per farle passare, con tutti i mezzi, in Parlamento; ma
la decenza imporrebbe che almeno nella campagna referendaria lasciasse decidere
liberamente i cittadini, garantendo una corretta informazione, anziché cercare
di influenzarli, direttamente o indirettamente, per il “SI”.
Ma i tempi sono quelli che sono; tutto questo lo abbiamo visto (e
pour cause) sotto il sole di agosto, ma temo che dobbiamo aspettarci ben altro
per l’ormai imminente autunno. Per parte nostra reagiremo sempre a questi
tentativi di impedire la formazione di orientamenti liberi e informati; ma
confidiamo che a garantire la libertà e l’indipendenza di giudizio dei
cittadini intervengano anche quegli organi dello Stato cui spetta il compito,
appunto, di tutelare i diritti di tutti.
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI (Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia)
Milano, 5 agosto 2016
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