Il “raid artistico” di Fx in memoria di papà Cervi
Campegine: il Collettivo ha installato un’immagine del padre dei sette fratelli «E’ una risposta a chi poco distante vende oggetti che esaltano il fascismo»
Lo sguardo profondo, corrucciato e penetrante, come quello di chi ha conosciuto dolore e sofferenza ma, a quelle terribili prove, ha saputo resistere, diventando un simbolo e un esempio per generazioni di italiani e non solo.
E’ il volto di papà Cervi, che da un paio di giorni il Collettivo Fx ha installato sul lato ovest di un vecchio deposito degli attrezzi rurale di Campegine, prospiciente l’autostrada e la Tav e situato a due passi dall’area di servizio che alcune settimane fa aveva scatenato la reazione sdegnata dell’Istituto e di tantissimi cittadini facendo mostra di vendere accendini con il volto di Mussolini a pochi metri da Casa Cervi.
«E’ un’immagine per non dimenticare, per riaffermare la nostra storia e per rispondere a quelli che “se ne fregano”, con la quale vogliamo ricordare a tutti quelli che arrivano in automobile e in treno a Reggio, provenienti da Milano, che stanno per passare dal territorio dei Cervi e che il suo ricordo è ancora ben vivo», spiegano dal Colletivo Fx, il gruppo di artisti di strada che ha punteggiato tutta la provincia, da Reggiolo alla Collina, con le sue “incursioni” artistiche.
Oltre alla bellezza dell’installazione, che con la sua maestosità domina tutta l’area, il gesto del collettivo di artisti ha anche una chiara valenza “politica” e memoriale, proprio in risposta a quanto avvenuto nella vicina area di servizio. «Il rispetto per la figura di papà Cervi e della sua famiglia deve essere totale – continua il Collettivo Fx – non è una questione di accendini, ma di quello che questi rappresentano, ossia l’esaltazione dell’anticultura fascista. La nostra è una reazione al “menefreghismo” sbandierato da chi vende questi oggetti senza tenere conto della ferita alla memoria che, per fortuna, la nostra terra non ha dimenticato e che Casa Cervi è lì a rappresentare. Siamo orgogliosi di essere reggiani e di essere figli di quella cultura e di papà Cervi».
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