Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

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Lavoro e Costituzione: un nuovo partito per Rodotà e Landini?

Dopo il flop di Rivoluzione Civile, nasce un nuovo movimento per "colmare il vuoto". Ma per il momento si predica la calma.

La speranza è che il tremendo flop della Rivoluzione Civile - che è parso a molti poco più di un’accozzaglia di sigle - abbia insegnato qualcosa. Perché è evidente che il “vuoto da colmare” di cui parlano Stefano Rodotà - ripiombato nell’agone politico dopo la candidatura a presidente - Maurizio Landini - leader della Fiom - è lo stesso vuoto che l’ex pm antimafia cercava di riempire e in cui invece è precipitato.

Ragion per cui la coppia per il momento assicura di “non voler bruciare le tappe”, anche se, così si legge su L’Espresso, “l’idea di misurarsi elettoralmente c’è”. Prima però i necessari passi di preparazione: il 5 settembre una manifestazione di piazza (successo garantito grazie all’appoggio Fiom-Cgil) e l’8 settembre (giorno mai causale) un’assemblea nazionale in cui testare la voglia di scendere in politica per davvero.
E il nome? Per il momento manca, ma si parla di “Lavoro e Costituzione” oppure “Lavoro e Legalità”. Niente di particolarmente attraente, d’altra parte il marketing politico da questa parti non è ancora approdato. L’obiettivo elettorale, comunque, c’è, ma il terrore di finire come chi li ha preceduti costringe tutti a mantenere i nervi saldi.
“Quando quasi il 50 per cento delle persone non va a votare, non è antipolitica ma unarichiesta di nuova politica“, dice Landini. E i temi? Eccoli: “Chi parla di legge della rappresentanza, di riduzione dell’orario di lavoro e del reddito di cittadinanza? Chi parla del fatto che pezzi interi dell’economia sono in mano alla criminalità organizzata? Che un parlamento eletto con una legge incostituzionale si è posto l’obiettivo di modificare la Costituzione? Ne abbiamo parlato noi”.
A dire il vero dalle parti del Movimento 5 Stelle di qualcuno di questi argomenti si è trattato, e bisogna stare molto attenti a non finire schiacciati su quel versante, che - come sempre Ingroia insegna - dà ben poche chance di sopravvivere. Il vuoto da colmare c’è, lo dimostra l’astensione e la delusione di tanti. Ma che sia a sinistra di Sel è tutto da dimostrare.

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