Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224
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LA 334ª BRIGATA EST S.A.P.

Per comprendere lo sviluppo della Resistenza a Pra' bisogna andare indietro nel tempo ovvero alla metà del 1800. Questo periodo coincide con la grande industrializzazione del borgo genovese e il cambio della sua natura sociale, fino ad allora composta prevalentemente di contadini e pescatori.
Giuseppe Scalarini nella sede de L'Avanti
Con l'avvento dell'industrializzazione e di conseguenza delle grandi fabbriche come le concerie Leumann e Traverso, le fonderie Ratto e Verrina e della fabbrica di polvere da sparo"La Miccia", si viene a formare un vasto strato di classe operaia, che in quegli anni non sarà impermeabile alle idee che si richiamano al socialismo e all'anarchismo Internazionale.
Già nel 1914 troviamo a Pra' il Circolo Oberdan di tenenza repubblicana, situato in via Roana. Il circolo fondato dal negoziante Bisio, dal direttore della scuola Gaggero e dal farmacista Donini conta una ventina di aderenti.
Manifestazioni durante la "Settimana rossa"
Nel giugno del 1919 durante "la settimana rossa", viene inaugurata la sezione socialista di Pra', che andrà a contare 36 iscritti. Il comizio inugurale sarà tenuto dall'Avv. Francesco Rossi e dal celebre disegnatore pacifista Giuseppe Scalarini; segretario sarà Giacomo Ulcigrai e il responsabile dei giovani Vittorio Giolfo. Il 18 luglio 1920, verrà inaugurata la bandiera del PSI.
Questa tendenza si riverserà in parallelo nelle giunte comunali dell'epoca, infatti, attorno agli anni '20 anche a Pra' si insedierà una socialista. Tra gli ordini del giorno che la giunta appronterà ne troviamo uno in comune alle tante altre giunte comunali genovesi a guida socialista, ovvero: "Facciamo come in Russia". Un forte richiamo alla Rivoluzione d'Ottobre sovietica che portrà per la prima volta la classe operaia al potere, un rovesciamento epocale rispetto agli ordinamenti e alle gerarchie di potere conosciuti fino a quel tempo.
Gli anni '20 sono però anche gli anni della nascita e dell'esplosione del fenomeno fascista, nato principalmente per contrastare il "pericolo rosso" che è percepito dal padronato italiano come una grande minaccia. Non a caso il movimento fascista nasce in maniera ufficiale nel 1919 in piazza San Sepolcro a Milano, nella sede degli industriali milanesi, che ne sosterranno l'aspetto economico.
Anche Pra' non sarà indenne dalle scorribande fasciste dell'epoca e i primi a farne le spese saranno due socialisti Tagliafico e Cadenelli, che i violenti pestaggi porteranno alla morte. Ma i fascisti, oltre che agli avversari politici, rivolgeranno le loro mire anche contro la Società di Mutuo Soccorso e contro la cooperativo di consumo "La proletaria" di Via Roana che verrà incendiata.
Nel 1922 a Prà verrà fondata la locale sezione del fascio(1).


Nel 1921 la scissione di Livorno tra socialisti e comunisti, avrà le sue ripercussioni anche nel borgo. Saranno 36 i socialisti che passeranno al Partito Comunista d'Italia.
Sarà proprio il PCd'I a dare l'impulso più grande alla Resistenza a Prà soprattutto grazie al fatto che i comunisti saranno l'unico partito a mantenere una struttura clandestina nel paese. La figura di riferimento a Pra' sarà quella dell'operaio comunista Gino Bazzurro, che in collaborazione con il rappresentante di zona Athos Bugliani, darà vita ad una cellula "di strada" del partito. Saranno frequenti le riunioni fatte in luoghi che non potessero dare nell'occhio, come quella organizzata nel 1923  in campagna, dove attualmente sorge il quartiere Cà Nuova. Lì una sessantina di antifascisti praesi si raduno per organizzarsi, ritornati a Pra', si torvano di fronte i fascisti, che li apettavano in piazza De Cristoforis, dove si verificheranno violenti scontri. (2)
Bazzurro nel 1933 in base a due capi d'imputazione Art. 272 "appartenenza al PCI" e l'articolo 274 "propaganda al PCI" viene recluso dal tribunale speciale e rilasciato nel 1934 per buona condotta anche in considerazione della giovane età (appena 18 anni). In quel periodo fu consigliato da Bugliani a tutti i comunisti reclusi, per continuare in maniera "tranquilla" la cospirazione, di non cantare "l'Internazionale" di fronte al Tribunale Speciale dopo la sentenza.
23 aprile 1945 Pra' è libera.
Comizio partigiano sulla scalinata
del municipio
Nonostante questi ostacoli i comunisti continuano nella loro azione territoriale di organizzazione e individuano come luoghi sicuri per fare le riunioni clandestine le osterie specie dopo l'orario di chiusura. Nel 1943 le riunioni clandestine avvengono nella trattoria piemontese situata in via Prà nei pressi di piazza Bignami. 
Un altro ritrovo degli antifascisti praesi è il "Bar degli Illusi", fu lì che nel 1943 Gino Bazzurro contattò Francesco Sacco "Neo", il futuro commissario politico della Brigata "Buranello"(3), per convincerlo ad aderire al PCI.
Il 25 luglio 1943, giorno della caduta di Mussolini, Pra' non fu da meno del resto d'italia. Fu presa d'assalto la Casa del fascio e le case e i negozi di noti fascisti. Il giorno successivo nelle fabbriche della zona sono subito costituite le Commissioni Interne e i partiti antifascisti si costituiscono in comitati che saranno l'anticamera del CLN.
Il giorno successivo all'8 settembre a Prà i partiti antifascisti si riuniscono e danno vita al CLN e decidono in maniera risoluta la via della lotta armata.
I partiti presenti nel CLN praese saranno: PCI, PSI, DC, PLI, PRI e P.d'Azione.
Le prime armi saranno recuperate nella scuola elementare "Regina Margherita", dove i soldati italiani avevano piazzato una mitragliatrice in attesa dei soldati tedeschi, ma ben presto, visto il non arrivo di nuovi ordini, abbandonarono le scuole e le armi.(4)
Le armi recuperate furono: moschetti '91, una ventina di cassette di munizioni per fucili, nastri per mitragliatrice, bombe a mano e baionette.
Nello stesso giorno, Gino Bazzurro, Francesco Sacco, Gino Bruzzone e Salaris decidono di dare vita ad un comando GAP, per entrare in azione. Nello stesso periodo Francesco Sacco, su ordine del partito, organizza il Fronte della Gioventù. Le prime riunioni del FdG si terranno alla spiaggia nella zona in cui successivamente saranno costruiti i bagni S.Pietro.
Staffette e partigiani della 334ª EST S.A.P.
Il Sacco grazie all'aiuto di un suo amico, in un locale adiacente l'attuale caserma della Guardia di Finanza in Piazza Sciesa, appronta una stamperia clandestina per il confezionamento de "L'Unita'" clandestina e per i volantini di propaganda.
Con questo tipo di organizzazione, i resistenti praesi iniziano a lavorare, come distaccamento della Brigata 912ª Gramsci di Genova Pegli. Solo il 15 luglio 1944 il gruppo di Pra' si autonomizza fondando la 334ª Brigata EST S.A.P..
Il suo comando sarà preso da Pietro Ferrari "Pie" e commissario politico sarà Franco Tassara "Paolucci".
La Brigata si organizzerà in quattro distaccamenti: 
  • Distaccamento Centrale (operante da Via Taggia fino al ponte sul torrente S.Pietro)
  • Distaccamento Est (operante da Via G.Ratto fino al ponte sul torrente S. Pietro)
  • Distaccamento Ovest (operante da Palmaro a via Taggia)
  • Distaccamento Nord (operante nella zona del Branega)
Di questi quattro distaccamenti, tre (Centrale, Est, Ovest) saranno di stampo comunista, il distaccamento Nord sarà di stampo anarchico o come definito sui documenti della brigata "comunista libertario".
Esisteva, inoltre, un quinto distaccamento, detto Ausiliario, che fungeva da serbatoio di partigiani, in caso di defezioni, nei distaccamenti ufficiali.
Una particolarità di questa brigata, forse unica in tutto il panorama della lotta partigiana, sono i nomi di battaglia. I nomi di battaglia dei resistenti praesi, esclusi i comandanti e i commissari politici, sono alfanumerici ( A2, B3, H4, F14, ecc. ecc.).
Parte della brigata erano anche una pattuglia di sei staffette donne:
-Vittorina Adaglio
-Tina Bertolotto
-Antonietta Vignolo (di 16 anni)
-Virginia Pagliazzo
Bandiera della 334ª Brigata EST S.A.P.
-Vincenzina Bozzo
-Vera Parodi
La Brigata aveva inoltre un gruppo di armieri, che si occupavano di reperire le armi e di manutenerle.
Tra le azioni significative della Brigata possiamo annoverare l'azione in Val Varenna che si sostanzia dell'irruzione ad una festa di un gruppo di militari tedeschi, del disarmo dei paracadustisti in Villa Fiammetta, la resa dei tedeschi presa dopo due giorni di trattative alla batteria della Caneva (nella zona della Cà Nuova), due azioni in successione per issare una volta la bandiera rossa e l'altra la bandiera anarchica sulla Casa del fascio, e l'azione contro "Ruze", un fascista locale mandante della presa e successivamente dell'assassinio dei Fratelli Meldi.

(1) testimonianza di Pietro Bruzzone e Vittorina Adaglio
(2) testimonianza di Medardo Sacco
(3) Brigata facente parte della Divisione "Mingo"
(4) testimonianza di Pietro Bruzzone

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