Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

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Il traguardo di Ennio Odino
Ennio Odino, partigiano combattente alla Benedicta, l'uomo che scampò alla fucilazione e sopravvisse a Mauthausen, ci ha lasciati nel pomeriggio di sabato 13 dicembre 2014, a Bruxelles, dove risiedeva da molti anni.
Era nato l'8 giugno del 1924 in provincia di Alessandria, ad Alice di Gavi. Cresciuto in una famiglia convintamente antifascista, l'8 settembre del '43 fuggì dalla caserma genovese in cui prestava il servizio militare e partecipò attivamente alla resistenza, a Genova, poi a Serravalle Scrivia presso gli zii, poi a Carrosio, paese natale del padre. Partigiano nella brigata "Autonoma Alessandria", fu catturato nel corso del rastrellamento della Settimana Santa del '44. Nel luogo ove oggi sorge la cappelletta venne fucilato con altri compagni. Scampo' fortunosamente alla morte perché, essendo solo ferito ma in parte coperto dal cadavere di un compagno, fu creduto morto. Poco dopo il plotone di esecuzione, attaccato da altri partigiani, dovette ritirarsi nella cascina Benedicta e Odino, ne approfittò riuscendo ad allontanarsi e a cercare riparo e riposo. Dopo una notte all'addiaccio si mosse con l'intenzione di raggiungere la casa dei nonni a tre ore di cammino, ma presto, in località Eremiti, si trovò - complice la nebbia - in mezzo a un gruppo di tedeschi e fascisti da cui fu nuovamente catturato. Questa volta la conseguenza fu la deportazione a Mauthausen. sottocampo di Gusen. Ennio Odino sopravvisse a Gusen fino al 5 maggio del '45, quando il campo fu liberato dalle truppe americane. Rientrato in Italia, faticò a riadattarsi a una vita "normale", ma ci riuscì grazie anche alla sua passione per il ciclismo e all'amicizia con Fausto Coppi. Riprese gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio, fece diversi lavori di tipo amministrativo, conobbe la belga Suzanne Mercier che sposò nel 1958 a Bruxelles, dove lavorò un anno all'Olivetti prima di essere assunto alla Commissione Europea. Il Belgio fu la sua seconda patria. Qui fondò una sede dell'Anpi. Di altre sedi Anpi in Europa fu promotore, fondatore e riferimento costante. Ma il suo impegno civile e sociale non si limitò all'aspetto resistenziale: fondò anche un comitato di solidarietà per gli operai belgi.
"E' stata una figura straordinaria - sottolinea il presidente dell'Associazione Memoria della Benedicta, Andrea Foco. - La sua autobiografia (La mia corsa a tappe, pubblicata dall'editore Le Mani per la nostra collana 'Memorie e testimonianze') ha avuto anche un'edizione in francese a conferma della statura internazionale del personaggio. Testimone chiave nel processo che condusse alla condanna di Siegfried Engel, l'ufficiale tedesco responsabile dell'eccidio alla Benedicta e di altri crimini, non interruppe mai il legame con l'Italia e i luoghi della sua avventurosa e combattiva giovinezza. E' stato sempre presente alla celebrazione dell'anniversario in aprile, e poi al concerto per la repubblica ai primi di giugno. Fatta eccesione per quest'ultimo anno della sua vita. Ma anche quest'anno era tornato in Italia in occasione della conferenza stampa di presentazione del "Giro dell'Appennino", una manifestazione ciclistica per professionisti, che nel 2014 è stata dedicata alla Benedicta, chiamando lo stesso Odino a presiedere il Comitato d'onore. La nostra Associazione si unisce commossa al dolore della moglie Suzanne, del figlio Marco che vive a Bruxelles e della figlia Silvana che vive a Gavi, come a quello dei suoi cinque nipoti e di tutti i famigliari. Ennio Odino ha concluso l'ultima delle molte tappe della sua corsa, in salita e in discesa, avendo sempre presente il vero traguardo: un'Italia e un'Europa di pace, libertà, democrazia e solidarietà".

I Comitati provinciali Anpi di Alessandria e di Genova partecipano al profondo e universale cordoglio per la scomparsa di una figura eminente dell'antifascismo e della Resistenza.

FONTE: ASS. MEMORIA DELLA BENEDICTA

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